No Imu agricola, la protesta di Agrinsieme non si ferma

No Imu agricola, la protesta di Agrinsieme non si ferma

Abbiamo portato i nostri trattori fino alle porte di Catania, davanti alla sede del Consorzio agrario, per protestare contro lImu agricola diventata legge nei giorni scorsi.

Una tassa insostenibile per le aziende agricole catanesi e siciliane, che rischiano di subire un colpo dopo il quale sarebbe difficilissimo continuare a fare impresa.

Siamo riusciti ad aggregare gli imprenditori agricoli etnei per la protesta dei trattori sotto una sola sigla, quella del coordinamento provinciale di Agrinsieme, che racchiude: Cia, Confagricoltura, Coonfcooperatve, Agci, Legacoop e Alleanza delle Cooperative Italiane.

Lo abbiamo fatto perché le sollecitazioni del mondo agricolo per cancellare l’Imu sui terreni agricoli sono state disattese dal Parlamento Nazionale che ci ha chiuso la porta in faccia. Crediamo che ora tocchi al presidente della Regione, Rosario Crocetta, mettere in campo tutte le forze utili per valutare i meccanismi giuridici in grado di impugnare la legge e ricorrere alla sua incostituzionalità, sostenendo  il riconoscimento dell’insularità e chiedere l’esonero del pagamento Imu”.

In attesa di ricevere una risposta dal governatore chiediamo ai sindaci e alla loro rappresentanza (Anci) di ricorrere in commissione Tributaria e prevedere comunque nei loro bilanci di previsione – in quanto obbligati – l’aliquota minima prevista dalla legge.

A nostro parere servirebbe anche, l’immediata costituzione del tavolo sulla fiscalità in agricoltura  per trovare soluzioni necessarie al settore e  la revisione di tutta la normativa e del catasto terreni che oggi genera un’imposta superiore di tre/quattro volte il valore reale di mercato dell’immobile.

Intanto la  nostra mobilitazione continuerà con una manifestazione unitaria con sfilata di mezzi agricoli domenica prossima a Caltagirone.

Non ci fermeremo perché quella sull’Imu agricola è una battaglia che dovrà coinvolgere tutte le comunità, i cittadini, gli studenti, i sindaci ed i deputati, compresi quelli che hanno votato a favore dell’imposizione sui terreni, affinché rivedano la loro posizione per difendere le ragioni del territorio di cui sono diretta espressione. La tassazione è insostenibile, il valore dello strumento terra è molto squilibrato rispetto  alla capacità di generare reddito.

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